Ancora oggi i motivi dell’assassinio dello stilista Gianni Versace sono avvolti nel mistero.
In questa storia i personaggi chiave sono tre: Gianni Versace assassinato di fronte alla sua abitazione a Miami Beach il 5 luglio 1997, Phillip Andrew Cunanan trovato morto nella sua casa galleggiante sulla Collins, la grande strada costiera della cosmopolita Miami, e Chico Forti, detenuto a Miami da 15 anni e condannato all’ergastolo per l’omicidio dell’australiano Dale Pike.
Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire cosa lega questi tre personaggi.
Parigi, Londra e New York diventano terra di conquista e di riconoscimento alla sua moda. Nel 1986 anche l’Italia comincia ad apprezzare il suo lavoro: il Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga gli conferisce il titolo di Commendatore della Repubblica Italiana.
Sono anni di fama e di successo per Gianni Versace che grazie alle sue creazioni innovative collabora con artisti come Elton John e Madonna (utilizzata diverse volte per le sue campagne pubblicitarie). Architetto di un mondo fashion moderno, conquista per il suo mix di moda, rock’n’roll, arte, celebrità, teatro e balletto.
“La mia moda è liberatoria. Non impongo nulla. Porgo delle scelte. Sotto il mio impermeabile lucido, c’e’ un abito di taglio classico. e’ un contrasto, no? Bene. Io vivo in un palazzo del ‘600 e vado a New York con il Concorde in tre ore. Cioè vivo i contrasti. Cosi’ e’ la nostra vita attuale ed io la riporto nella mia moda, perche’ io sono una sintesi perfetta della mia epoca”.
In quegli anni Gianni Versace vive a Casa Casuarina, una villa degli anni ’30 a Miami Beach acquistata nel 1992 per 10 milioni di dollari, ed è sentimentalmente legato all’ex modello Antonio D’Amico.
Tra il 1995/96 gli viene diagnosticato un tumore all’orecchio ed è un anno di cure di diagnosi e chemioterapie. Gianni ne esce indenne ma molto provato dal punto di vista fisico e psicologico. Di quegli anni ne parla anche la giornalista americana Maureen Orth in un libro intitolato “Piaceri volgari”. Si tratta di una biografia di Andrew Cunanan l’uomo che il 15 luglio 1997 uccise lo stilista italiano e che pochi giorni dopo fu trovato morto.
Orth sostiene che la vera malattia che stava intaccando la salute di Versace era in realtà l’Aids, la decisione di tenerlo segreto era strettamente legato alla paura di compromettere la quotazione in Borsa del suo impero della moda. Orth rilancia anche la tesi del motivo che avrebbe spinto Cunanan ad uccidere Gianni Versace, e cioè il fatto che Cunanan avesse contratto l’Aids proprio dal famoso stilista italiano, da qui la decisione di ucciderlo.
Ma chi era Cunanan e cosa c’entra con Gianni Versace?
Philip Andrew Cunanan è una personalità camaleontica dalla duplice natura Dr. Jekill di giorno e Mr. Hyde di notte. Nasce il 31 agosto 1969 a San Diego in California e cresce nel quartiere bene di Rancho San Bernardo. Frequenta la “Bishop’s School” a La Jolla California, una delle zone più ricche degli USA. Qui comincia ad emergere la sua natura omosessuale che ostenta con vestiti spesso inappropriati. Non si laurea e non presta servizio militare. A 18 anni fugge nelle Filippine dopo essere stato sospettato di irregolarità fiscali. La vita nelle Filippine non lo soddisfa, così decide di tornare a San Diego dove comincia il suo ruolo di leader nel jet-set omosessuale. Mantenuto dai suoi amanti ricchi e anziani (tra di loro spicca Norman Bachford), guida macchine costosissime, fa uso di droga e sperpera soldi con facilità. Sono gli anni ’90 e Cunanan è un bel ragazzo ricco e sfrontato. Conosce Gianni Versace in una discoteca gay, i due scambiano due chiacchiere e l’incontro finisce lì.
Gli anni del prostituto gay d’alto bordo però passano e Andrew Cunanan comincia ad ingrassare e a non prendersi più cura di se stesso. E’ il tracollo. I debiti e le forti delusioni d’amore lo fanno diventare un serial killer. Inizia così una serie di delitti: in Minnesota uccide il suo ex amante Jeffrey Trajl, a Minneapolis uccide l’amore della sua vita, David Madson, a Chicago uccide il milionario costruttore Lee Miglin. L’ultima sua vittima, prima di Gianni Versace, è William Reese, un guardiano di un cimitero che uccide per rubargli un pick up rosso.
Ben presto Andrew Cunanan entrerà nella lista dei dieci criminali più pericolosi d’America.
Il 15 luglio 1997, il 27enne Cunanan si reca davanti alla casa di Gianni Versace a Miami e lo uccide sparandogli due colpi di pistola alla testa.
Sono da poco passate le 9 e Gianni è a terra senza vita, davanti al cancello d’ingresso della sua villa.
Ma perché Andrew Cunanan ha ucciso Gianni Versace?
Queste domande non troveranno mai una risposta, perché il giovane assassino verrà trovato senza vita dalla polizia alcuni giorni dopo in una House Boat, di Torsten Reinick porno-imprenditore a Las Vegas, esattamente il 23 luglio 1997.
Cunanan ha un notevole vantaggio di tempo sugli investigatori che lo cercano già per diversi omicidi. Potrebbe andare ovunque e fuggire lontano, ma, stranamente, è in una House Boat che si conclude la più grande caccia all’uomo dopo l’assassinio di John Kennedy e Martin Luther King.
Cunanan si è ucciso sparandosi alla testa con una calibro 40. Probabilmente lo sparo sarebbe avvenuto molto prima che la polizia facesse irruzione nella casa galleggiante.
Ma come in ogni suicidio all’apparenza perfetto, qualcosa stona:
- Come mai Cunanan si è rintanato in una casa priva di vie di fuga rimanendo nell’isola di South Beach?
- Come mai ha deciso di morire al piano superiore della House Boat preferendo il caldo e la sporcizia al comfort e pulizia del piano terra?
- La pistola con cui si è ucciso Cunanan è una calibro 40 (Taurus), quindi di notevole potenza; come mai le tracce di sangue erano invece circostritte solo al materasso e alla tastiera del letto.
- Il volto di Cunanan era intatto e riconoscibile, contrariamente a quanto era stato affermato, quindi non distrutto dalla calibro 40, ma presentava solo un piccolo foro di proiettile all’orecchio sinistro.
- Tra i tanti reperti raccolti, si parla anche di un frigo vuoto, la polizia scientifica ha trascurato molti particolari, come una spazzola piena di capelli biondi, un asciugamano, una cuffia di plastica ed un colorante, come mai?
- Perché un efferato killer come Cunanan non ha sparato anche al guardiano della House Boat e la moglie ultrasettantenni per poi fuggire, invece di spaventarsi del loro arrivo e uccidersi?
- Perché il cadavere di Cunanan non è stato sottoposto ad autopsia invece di essere cremato in fretta?
- Il Nucleo Speciale di intervento scoprì il cadavere quattro ore prima, alle 20.20, come mai la prima comunicazione ai superiori avvenne soltanto 48 minuti dopo, e cioè alle 21.08?
Tante domande per una morte ancora oggi avvolta nel mistero. Ma perché Andrew Cunanan si è suicidato?
Chico Forti e il caso Gianni Versace
Fu un italiano Chico Forti, velista e produttore televisivo, ricco imprenditore a Miami, a non credere al suicidio di Cunanan ed a voler commissionare le indagini sul caso Versace ad un investigatore privato in pensione, chiamato Gary Schiaffo. Lo scopo era quello di ricavarne un documentario dal titolo “Il sorriso della Medusa” (trasmesso successivamente in Italia su RaiTre ed in Francia su TF1), dopo aver acquistato i diritti della casa galleggiante (House Boat).
Secondo Forti, Cunanan sarebbe stato ucciso altrove e trasportato successivamente nella casa galleggiante, anzi addirittura potrebbe non essere stato lui ad uccidere lo stilista italiano. I due sarebbero stati Giustiziati con il consenso delle forze dell’ordine ponendo fine ad una pubblicità negativa per il turismo e per l’investimento di capitali stranieri a Miami.
Si tratta di insinuazioni molto gravi, dettate dalla mole di documentazione fornitagli dal suo stesso detective. La polizia di Miami Beach non gradì molto questa indagine, il suo operato rischiava di essere messo in cattiva luce e la situazione con il tempo cominciava a farsi sempre più complessa.
Nel 2000 Chico Forti viene condannato all’ergastolo per aver ucciso Dale Pike in un processo sbrigativo e sommario. Il documentario era stato trasmesso nelle reti televisive tre mesi prima dell’assassinio di Dale Pike.
L’assassinio di Dale Pike e la condanna di Forti
Il 20 febbraio 1998 Chico consegna alle forze dell’ordine i documenti sulla compravendita del Pikes hotel ma, con l’occasione, viene interrogato per 14 ore e arrestato dalla Polizia di Miami. L’accusa nei suoi confronti è quella di essere il mandante dell’omicidio di Dale Pike. Viene, inoltre, accusato di frode e circonvenzione di incapace nei confronti di Anthony Pike, che avrebbe costretto a cedergli il Pikes hotel a una cifra irrisoria. Dale, accortosi della truffa, sarebbe andato a Miami con il tentativo di bloccare l’affare e per questo sarebbe stato ucciso.
I fatti però per coloro che credono Forti innocente, non sarebbero andati così.
Chico Forti abita a William Island, nello suo stesso immobile, al piano di sotto, vive Thomas Knott, ex tennista di alto livello. I due cominciano a frequentarsi grazie a Siegfried Axtamann, ex presidente del Norimberga calcio, e amico di entrambi. Attraverso le loro conoscenze, Chico Forti aquista i diritti della House Boat per acquisire le immagini dell’ambiente in cui Cunanan si sarebbe tolto la vita, e dare in pasto all’opinione pubblica la verità sulla fine di Gianni Versace e sul suicidio di Andrew Cunanan.
Dopo la trasmissione del documentario la vita di Chico Forti degenera. Gary Schiaffo chiude il suo rapporto con l’imprenditore italiano che, non soddisfatto del suo operato, lo liquida con 10 mila dollari invece dei 100 mila pattuiti, generando anche un forte malcontento nell’investigatore. La House Boat acquisita da Forti affonda dopo la manomissione di un tubo di scarico, ponendo fine alla propaganda negativa nei confronti delle forze dell’ordine (FBI e polizia locale), ed alla possibilità di ricavare proventi sfruttando il potenziale pubblicitario della casa galleggiante.
E’ una bella mazzata per Chico Forti che però non vuole abbandonare il suo sogno americano, anzi è, invece, ancora pronto a gettarsi in progetti con buone prospettive.
Ma la truffa è in agguato.
Thomas Knott invita a Miami il suo carissimo amico Anthony Pike, proprietario del Pikes hotel ad Ibiza, un tempo meta di cantanti e attori. La situazione finanziaria dell’hotel non è delle più felici, la bancarotta è in agguato, e Tony, che oramai ne possiede appena il 5% (il restante 95% è nella mani di una società) vuole venderlo a tutti i costi. Knott vede in Forti un possibile acquirente. Ma Forti si è allontanato da Knott (dopo averne scoperto la natura truffaldina), e Tony riesce in qualche modo ad avere un contatto con lui.
Chico comincia a mostrare interesse per l’hotel di Tony Pike, il quale non solo è malato di Aids, ma non dispone più nemmeno del 5% dell’hotel, poiché è stato interdetto. Pike convince Chico a pagare il viaggio del figlio Dale, 42 anni, che vorrebbe conoscerlo per proporre all’italiano un film avente per protagonista la sua fidanzata. Chico e Dale si incontrano all’aeroporto di Miami il 15 febbraio 1998, i due si lasceranno qualche ora dopo, perché Dale deve incontrare alcuni amici di Thomas Knott al ristorante Rusty Pellican.
Il 16 febbraio a Sewer Beach, non molto lontano dal Rusty Pellican, viene ritrovato il corpo di Dale Pike. E’ stato ucciso con due colpi di pistola calibro 22 e poi denudato. Chico viene a sapere della morte di Dale due giorni dopo. Convocato nel Dipartimento di Polizia come persona informata sui fatti, purtroppo sbaglia perché mente dicendo di non avere mai incontrato Dale Pike. Ritratterà qualche giorno dopo. Ma oramai la sua posizione è compromessa.
Qualche anno dopo Enrico Forti viene condannato all’ergastolo: “La Corte non ha prove che Lei, signor Forti, abbia premuto materialmente il grilletto, ma ho la sensazione, al di là di ogni dubbio, che Lei sia stato l’istigatore del delitto. I suoi complici non sono stati trovati ma un giorno lo saranno e seguiranno il Suo stesso destino. Portate quest’uomo al penitenziario di Stato. Lo condanno all’ergastolo senza condizionale!”.
L’accanimento nei confronti di Forti è palese, ma perché:
- Perché il documentario “Il sorriso della Medusa” aveva fatto capire quanto la polizia di Miami fosse corrotta?
- Perché il giudice che lo condannò, Victoria Platzer, aveva fatto parte della stessa squadra, che aveva indagato sulla morte di Versace, guidata dall’investigatore Schiaffo?
- Perché anche gli investigatori che indagheranno su Forti avevano fatto parte della squadra di Schiaffo?
- Perché Gary Schiaffo provava del rancore nei confronti di Forti ed alla fine era andato a lavorare alle dipendenze del prosecutor del processo a Chico, Reid Rubin?
- Perché la pistola che uccise Dale, una calibro 22, (mai ritrovata) secondo le forze dell’ordine era di Enrico Forti, ma questi secondo fonti attendibili, la cedette a Thomas Knott?
Ex campione di Windsurf, Chico Forti è ancora oggi in prigione ingiustamente condannato all’ergastolo, come colui che ha osato affermare che la polizia di Miami è corrotta.
- Il caso Versace fu chiuso immediatamente dalla polizia USA che convinse la famiglia a cremare immediatamente il corpo. Perché tanta fretta?
- Perché non approfondire i motivi che spinsero Cunanan a commettere quel gesto? Magari era solo un mandante. Oppure perché non credere al pentito della ‘ndrangheta Filippo di Bella, che rivelò che lo stilista italiano fu ucciso a causa dei suoi debiti nei confronti della mafia?
Quel che è certo è che ancora oggi possiamo parlare de il mistero dell’assassinio di Gianni Versace: due morti misteriose ed un uomo troppo ingombrante per essere libero la dicono lunga.
Danilo Marinozzi